Comunicati CPE 8/99

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Comunicato stampa 31 agosto 1999:

Alimentazione animale: cronaca di scandali annunciati.

La CPE propone di modificare profondamente la politica dell'alimentazione animale nella PAC e nell'OMC. Fa delle proposte per garantire la sicurezza alimentare.
Gli scandali a ripetizione dell'alimentazione animale (ESB, diossina, fanghi di depurazione) non sono che la parte visibile di un iceberg che emerge penosamente di fronte all'opinione pubblica (1). L'ESB non è dunque servito, e questo prova che per i governi, gli interessi industriali prevalgono sugli interessi della popolazione.
Prova, anche, che la posta in gioco nei riguardi dell'alimentazione animale all'interno ella PAC e degli accordi OMC è molto alta. Infatti le regole della PAC e quelle dell'OMC hanno direttamente favorito lo sviluppo di un'industria potente dell'alimentazione animale che si approvvigiona al più basso costo possibile diventando una vera pattumiera di riciclaggio di
rifiuti industriali (oli di friggitura, oli esausti, fanghi, ecc.).
Fin tanto che si tratterà ogni scandalo come un incidente senza affrontare le questioni di fondo, ci possiamo attendere nuove rivelazioni.
La CPE propone, quindi, che si dibatta seriamente delle regole della PAC e dell'OMC attinenti l'alimentazione animale e propone delle modifiche che conducano a decisioni serie per garantire la sicurezza alimentare in questo campo.

1. alimentazione animale e PAC: catastrofiche distorsioni dal 1962. (2).
Nel 1962, nel momento dell'avvio della PAC, gli USA hanno imposto alla CEE di importare senza dazi doganali gli alimenti per il bestiame, dei quali gli USA erano grandi esportatori.
Questa distorsione tra cereali che godono della preferenza comunitaria e proteo-oleaginose importate senza tasse da tutto il pianeta,  ha concentrato ed intensificato la produzione animale in un piccolo numero di regioni marittime di importazione, creando i noti problemi di eccedenze
di carne e i danni che conosciamo riguardanti l'ambiente e l'esodo rurale; ha ridotto fortemente la produzione europea di prote-oleaginose e di oleaginose al punto che oggi l'UE è estremamente dipendente dalle importazioni.
Nel 1993, l'UE ha firmato con gli USA l'accordo di Blair House, che fissa per il futuro questa distorsione e, addirittura, mette un tetto massimo alla superficie in oleaginose dell'UE!

2. L'UE deve diminuire la sua dipendenza, utilizzare meglio i suoi suoli e cambiare i modi di produrre. Si tratta proprio di una questione di sovranità alimentare: l'UE non può rimanere così dipenente per nutrire i suoi animali di allevamento. Un'agricoltura ed uno sviluppo sostenibile vanno di pari passo con un utilizzo di proteine vegetali e grassi vegetali prodotti sui suoli europei
per nutrire il bestiame.
Le varie riforme della PAC non hanno avuto il coraggio di modificare questo punto centrale, ma non è mai troppo tardi: i fatti attuali impongono di andare al cuore dei problemi.
La CPE propone quindi di riorientare la PAC ed i negoziati OCM nel modo
seguente:
- ristabilire la preferenza comunitaria per gli alimenti del bestiame;
- sopprimere il tetto massimo per la superficie in oleaginose dell'UE;
- prendere forti iniziative per riequilibrare nell'UE la produzione di proteo-oleaginose nei confronti dei cereali;
- priorizzare la sovranità alimentare in rapporto agli interessi commerciali.

3. La CPE chiede trasparenza, sicurezza, responsabilità.
La produzione dell'alimentazione animale è in gran parte sfuggita agli agricoltori per divenire un affare prospero in mano degli industriali, che va assieme all'industrializzazione della produzione della carne. Una buona parte dell'alimentazione animale è acquistata nell'industria sotto forma di
alimenti composti, senza etichettatura precisa sulla loro origine ed esatta composizione.
La corsa ai più bassi prezzi ha condotto questa industria ad utilizzare
prodotti, sottoprodotti, residui, sempre più lontani dai bisogni naturali degli animali.

La CPE presenta le seguenti proposte:
- sviluppare una politica attiva per sostenere la produzione di carne e prodotti animali partendo da alimenti dell'azienda, con sistemi di produzione non industrializzati e corti circuiti commerciali.
- modificare la PAC perché essa favorisca le produzioni di latte bovino ed ovino partendo dai pascoli.
- realizzare una trasparenza totale ed una tracciabilità dell'alimentazione animale: ne va della credibilità delle industrie di mangimi: la composizione completa e dettagliata, così come l'origine dei prodotti devono essere in etichetta.
- stabilire una lista positiva dei prodotti autorizzati per l'alimentazione animale:
- effettuare maggiori controlli sulle industrie di mangimi.
- aumentare le sanzioni e responsabilizzare le industrie in caso di frode:
non spetta ai contribuenti pagare i danni.
- effettuare una inchiesta approfondita sul settore degli scarti per verificare tutti i possibili legami con la catena alimentare, ed un'inchiesta approfondita sul sistema dei trasporti (vi è oggi un grande lassismo, camion che trasportano di volta in volta prodotti industriali e
prodotti alimentari) (3).
- abbandono totale di ogni materiale carneo ancora presente nell'alimentazione degli erbivori (farine e grassi animali).
- proibire farine e grassi animali nell'alimentazione di suini, volatili, pesci fin tanto che le proposte precedenti non siano state attuate. Una soluzione transitoria deve essere studiata per l'utilizzazione a fini non alimentari degli scarti dei macelli.
- proibire gli OGM in agricoltura e nelle trasformazioni alimentari.
- La proposta del Parlamento Europeo, sostenuta dagli USA, di creare una agenzia simile alla Food and Drug Administration è da prendere con circospezione, secondo la CPE: la composizione della FDA è, infatti, troppo legata ad interessi commerciali, come dimostrato dal dossier BST (ormone lattiero).

(1) vedere anche comunicato del 3 giugno
(2) vedere testo CPE sull'alimentazione del bestiame - 1995
(3) vedere articolo della rivista "Humo" 15.6.99 - B -